Il coliving ridefinisce le abitudini quotidiane e pone nuove sfide per la progettazione delle città del futuro.
Negli ultimi anni, il concetto di coliving si è affermato come un’alternativa innovativa al modello abitativo tradizionale, rispondendo alle esigenze di una società sempre più mobile, interconnessa e attenta alla sostenibilità. Nato inizialmente per soddisfare i bisogni dei “nomadi digitali” e dei giovani professionisti, il coliving sta oggi ridefinendo il tessuto urbano delle città e di conseguenza il modo in cui molte persone vivono la loro quotidianità.
Gli impatti sulla pianificazione urbana
Il crescente interesse verso il coliving sta influenzando la pianificazione delle zone urbane. Le città si trovano a dover ripensare la destinazione d’uso degli immobili e le normative edilizie per accogliere questa nuova forma abitativa, che non rientra facilmente nei canoni delle residenze tradizionali o delle strutture alberghiere.
Da un lato, perciò, il coliving rappresenta un’opportunità per rivitalizzare aree urbane in declino, riconvertendo edifici dismessi o sottoutilizzati (come ex uffici o scuole) in spazi abitativi condivisi. Dall’altro, pone nuove sfide in termini di regolamentazione, accessibilità economica e integrazione con il contesto sociale preesistente. In particolare, si discute su come evitare che il coliving diventi un prodotto di lusso accessibile solo a una fascia ristretta della popolazione, contribuendo alla gentrificazione di alcuni quartieri.
Inoltre, i progetti di coliving ben pensati possono diventare veri e propri hub sociali, contribuendo alla costruzione di comunità urbane più coese, inclusive e resilienti. Alcuni modelli ibridi stanno già nascendo, combinando il coliving con funzioni pubbliche come biblioteche, spazi culturali o servizi per il quartiere.
La vita quotidiana nel coliving
La vita in una struttura di coliving si distingue per la presenza di spazi privati essenziali (camera da letto, spesso con bagno privato) e ampie aree comuni condivise, come cucine attrezzate, salotti, coworking, palestre, terrazze e talvolta anche orti urbani. Questa organizzazione favorisce una quotidianità più dinamica, relazionale e leggera dal punto di vista gestionale.
Chi vive in un coliving sperimenta una routine più fluida: non è necessario preoccuparsi delle bollette, delle pulizie o della manutenzione, poiché questi servizi sono solitamente inclusi in un canone mensile di affitto. Ciò consente di concentrare tempo ed energia su attività lavorative, relazioni sociali e crescita personale. Inoltre, la possibilità di partecipare a eventi comunitari, workshop o cene collettive crea un forte senso di appartenenza e riduce il rischio di isolamento sociale, in particolare per chi si è appena trasferito in una nuova città o paese.
Il coliving promuove anche uno stile di vita più sostenibile: la condivisione degli spazi e delle risorse riduce il consumo individuale e incentiva comportamenti più ecologici, come la mobilità dolce, il riuso e la collaborazione quotidiana.
Una visione del futuro
In un mondo in cui le esigenze abitative stanno cambiando rapidamente, il coliving offre un modello flessibile, relazionale e sostenibile. Più che una semplice soluzione immobiliare, rappresenta una nuova filosofia dell’abitare, capace di influenzare profondamente il modo in cui costruiamo le nostre città e viviamo le nostre giornate. Se ben integrato nella pianificazione urbana e accompagnato da politiche inclusive, può contribuire a rendere le città del futuro più vivibili, collaborative e umane.