La riqualificazione sismica degli edifici è un intervento essenziale per garantire la sicurezza delle persone e la conservazione del patrimonio immobiliare in aree a rischio sismico, che in Italia sono diffuse. I terremoti rappresentano infatti una minaccia significativa per l’edilizia italiana, datata e obsoleta.
Perché è importante la riqualificazione sismica?
I terremoti possono causare danni strutturali più o meno gravi a seconda della loro intensità e dallo stato degli edifici, mettendo in pericolo la vita degli occupanti e causando ingenti perdite economiche. In Italia numerosi centri abitati sorgono in zone ad alta sismicità e sono costituiti da edifici che non rispettano gli standard antisismici. L’adeguamento degli edifici esistenti è perciò importante tanto quanto la costruzione di nuovi edifici a norma.
Le principali ragioni per investire nella riqualificazione sismica sono:
- sicurezza delle persone: edifici vulnerabili possono crollare o subire danni strutturali severi in caso di terremoto, mettendo a rischio gli occupanti o privandoli di una casa o di un lavoro per lungo tempo.
- riduzione dei danni economici: un immobile adeguato sismicamente resiste meglio agli eventi tellurici, evitando costi elevati per riparazioni o ricostruzioni.
- valorizzazione dell’immobile: gli edifici ristrutturati secondo le normative antisismiche hanno un valore di mercato maggiore.
- benefici fiscali: esistono incentivi governativi per chi investe in interventi di miglioramento sismico, come il Sismabonus, che dà diritto a una detrazione fiscale del 50% su interventi che migliorano la classe sismica degli edifici.
- tutela del patrimonio culturale: molti edifici storici richiedono interventi mirati per preservarne l’integrità senza comprometterne il valore artistico e culturale.
Metodi di riqualificazione sismica
Gli interventi di riqualificazione sismica variano in base alla tipologia dell’edificio, ai materiali utilizzati e al livello di rischio sismico dell’area. Ecco alcune delle tecniche più comuni:
- Rinforzo delle fondazioni. Le fondazioni rappresentano la base della stabilità di un edificio. Il loro potenziamento può avvenire attraverso sottofondazioni, con l’aggiunta di nuovi elementi di sostegno, o iniezione di resine espandenti, per migliorare la resistenza del terreno sottostante.
- Consolidamento delle strutture portanti. Le pareti, i pilastri e le travi possono essere rinforzati con diverse tecniche e materiali. Per esempio fibre di carbonio, applicate alle superfici per aumentarne la resistenza, incamiciatura in cemento armato o acciaio, metodo efficace per migliorare la capacità portante, o murature armate, un rinforzo delle pareti con materiali specifici per aumentarne la flessibilità e la resistenza.
- Miglioramento del comportamento dinamico dell’edificio. Gli edifici devono poter assorbire e dissipare l’energia sismica. Per questo si utilizzano isolatori sismici, dispositivi installati alla base della costruzione per ridurre l’impatto delle scosse, o sistemi di dissipazione energetica, dispositivi che assorbono parte dell’energia rilasciata dal terremoto limitando i danni strutturali.
- Alleggerimento delle strutture. Un edificio più leggero è meno soggetto a forze sismiche. Si possono sostituire materiali pesanti con alternative più leggere e resistenti, come l’uso di coperture in legno lamellare anziché in cemento.
- Manutenzione e monitoraggio costante. Un edificio ristrutturato deve essere regolarmente controllato per garantire l’efficacia degli interventi nel tempo. Il monitoraggio attraverso sensori permette di rilevare eventuali problemi strutturali prima che diventino critici.