Ecco quando è necessaria la certificazione degli impianti elettrici domestici in Italia e come avviene. 

La sicurezza degli impianti elettrici domestici è un tema centrale per chi vive in condominio e per i proprietari di immobili. In Italia, la normativa vigente stabilisce regole precise sulla realizzazione, la manutenzione e la certificazione degli impianti elettrici, con l’obiettivo di garantire sicurezza, efficienza e conformità alle leggi. Per gli amministratori di condominio, comprendere e gestire correttamente questi aspetti è fondamentale per tutelare sia i condomini sia la responsabilità legale dell’edificio. 

Che cos’è la certificazione dell’impianto elettrico 

La certificazione dell’impianto elettrico, nota anche come Dichiarazione di Conformità (DiCo), è un documento rilasciato dall’installatore qualificato che attesta che l’impianto è stato realizzato secondo le norme tecniche vigenti e in piena sicurezza. Questa certificazione è obbligatoria sia per gli impianti nuovi sia per quelli soggetti a modifiche sostanziali, come ampliamenti o ristrutturazioni. 

Il documento attesta che l’impianto è conforme al Decreto Ministeriale 37/2008, che disciplina la progettazione, l’installazione e la manutenzione degli impianti elettrici. Inoltre, garantisce che l’impianto è sicuro per gli utilizzatori e idoneo all’uso previsto, riducendo i rischi di corto circuiti, incendi o folgorazioni. 

Quando è necessaria 

La certificazione è richiesta in diversi casi: 

  • nuove costruzioni: ogni nuovo impianto elettrico deve essere certificato prima della consegna dell’immobile 
  • ristrutturazioni significative: se l’impianto esistente viene modificato in modo sostanziale, ad esempio aggiungendo nuove linee elettriche o potenziando, la certificazione è obbligatoria 
  • allacciamenti e volture: per ottenere il contratto di fornitura elettrica con la compagnia, spesso è richiesta la Dichiarazione di Conformità 

Non avere una certificazione può comportare problemi legali e assicurativi. In caso di guasti o incidenti, l’assenza della certificazione può compromettere la copertura assicurativa e aumentare la responsabilità civile del proprietario o dell’amministratore di condominio. 

Come avviene 

La certificazione di un impianto elettrico domestico in Italia avviene attraverso un processo preciso che garantisce la sicurezza e la conformità alla normativa. Ecco i passaggi principali: 

1. progettazione e verifica preliminare, secondo le norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) e il DM 37/2008 

2. installazione a norma, secondo le norme CEI 64-8, che regolano gli impianti elettrici negli edifici civili 

3. collaudo e verifiche con strumenti come tester e megger 

4. redazione della Dichiarazione di Conformità (DiCo) 

Il proprietario deve poi conservare la DiCo, che sarà necessaria in caso di controlli dell’ente distributore di energia elettrica, di vendita o affitto dell’immobile e di incidenti o guasti che richiedono l’intervento di una compagnia di assicurazioni. 

Ruolo dell’amministratore di condominio 

Per un amministratore, conoscere lo stato degli impianti elettrici dell’edificio è essenziale. Deve verificare che gli impianti comuni, come l’illuminazione dei corridoi, gli ascensori e le caldaie centralizzate, siano regolarmente certificati e sottoposti a manutenzione periodica. Inoltre, l’amministratore può fornire ai condomini informazioni su come regolarizzare eventuali impianti privati non certificati, evitando problemi futuri in caso di controlli o vendita dell’immobile. 

La certificazione dell’impianto elettrico non è quindi solo un obbligo legale, ma un vero e proprio strumento di sicurezza. Assicura la protezione degli occupanti e tutela l’integrità dell’edificio, riducendo il rischio di incidenti e responsabilità legali. Per i condomini e per l’amministratore, mantenere aggiornate le certificazioni è un passo fondamentale per una gestione consapevole e sicura del patrimonio immobiliare.