L’architettura reversibile unisce flessibilità ed economia per garantire un approccio ecologico alla costruzione di edifici. 

Negli ultimi anni il settore delle costruzioni sta vivendo una trasformazione profonda, guidata dalla necessità di ridurre l’impatto ambientale e promuovere pratiche più sostenibili. Tra i concetti emergenti che stanno rivoluzionando il modo di progettare gli edifici si distingue l’architettura reversibile, un approccio progettuale innovativo che si lega strettamente al principio di design for disassembly, la progettazione in vista dello smontaggio. 

Cos’è l’architettura reversibile 

Per architettura reversibile si intende una modalità di progettazione e costruzione degli edifici che permette ai materiali e ai componenti di essere riutilizzati, riciclati o reintrodotti nel ciclo produttivo al fine vita della struttura. In altre parole, un edificio non viene più pensato come un manufatto statico e definitivo, ma come un sistema dinamico, fatto di parti assemblate che possono essere separate senza danneggiarsi. 

L’obiettivo è duplice: da un lato ridurre i rifiuti da demolizione, che rappresentano una delle quote più consistenti di rifiuti solidi a livello europeo, dall’altro valorizzare i materiali usati in edilizia, prolungandone il ciclo di vita e diminuendo la domanda di nuove risorse naturali. 

Il legame con il design for disassembly 

Il concetto di design for disassembly (DfD) nasce dall’industria manifatturiera, ma si applica oggi anche all’edilizia. Indica la pratica di progettare un prodotto – o un edificio – in modo tale che possa essere smontato facilmente, con giunzioni e connessioni reversibili, senza l’uso eccessivo di collanti o sistemi permanenti. 

In architettura, il DfD si traduce in soluzioni costruttive che: 

  • utilizzano giunti a secco invece di malte o adesivi permanenti 
  • favoriscono sistemi modulari, che possono essere spostati, sostituiti o ricombinati 
  • consentono la manutenzione agevole e l’aggiornamento tecnologico degli edifici 
  • riducono i costi e l’impatto ambientale dello smaltimento 

In questo senso, architettura reversibile e design for disassembly sono due facce della stessa medaglia o due momenti dello stesso percorso: la prima rappresenta l’obiettivo – edifici che non diventano rifiuti ma risorse -, il secondo è lo strumento pratico per raggiungerlo. 

Vantaggi dell’architettura reversibile 

L’architettura reversibile, sostenuta dal design for disassembly, rappresenta una delle chiavi di volta per un futuro più circolare e resiliente del settore edilizio. Non si tratta solo di una scelta tecnica, ma di un cambio di paradigma: gli edifici non come blocchi fissi e immutabili, ma come banche temporanee di materiali, pronte a generare valore anche dopo decenni. 

Si tratta di un approccio che comporta diversi vantaggi: 

  1. sostenibilità ambientale: riduzione significativa dei rifiuti da demolizione e minore consumo di materie prime. 
  2. Flessibilità d’uso: gli spazi possono essere modificati e riconfigurati in base alle esigenze, senza interventi invasivi. 
  3. Risparmio economico: recuperare e riutilizzare componenti abbassa i costi di costruzione e manutenzione. 
  4. Durabilità: la possibilità di sostituire singoli elementi allunga la vita utile complessiva dell’edificio. 
  5. Allineamento con le normative europee: che promuovono sempre più il concetto di economia circolare e gestione sostenibile delle risorse.